In bici ai Fontanili di Corte Valle Re
CARATTERISTICHE DEL PERCORSO
Tempo di percorrenza: una giornata
Grado di difficoltà: facile
DESCRIZIONE
Il sentiero CAI 620 ‘Reggio Valle Re’ lungo 16,5 km collega il centro storico di Reggio Emilia ai fontanili di Valle Re passando per l’oasi di Cà Pegolotta.
Il percorso incomincia al Palazzo dei Musei, dove è custodita la preziosa raccolta dedicata all'agronomo Filippo Re e prosegue lungo via Emilia Santo Stefano fino al collegamento con la Greenway del torrente Crostolo. Seguendo l'argine del torrente, pressi dell’autostrada, è possibile ammirare il murales dedicato ai Fratelli Manfredi, famiglia partigiana simbolo dell’antifascismo. Raggiunta la Punta di Roncocesi, il sentiero attraversa il torrente Modolena e prosegue verso la bassa pianura reggiana fino all’Oasi di Cà Pegolotta e ai Fontanili di Corte Valle Re.
Percorso: Piazza della Vittoria, via Monzermone, via San Rocco, via dell’Aquila, via Emilia Santo Stefano, via Fabio Filzi, parco della dogana, passeggiata naturalistica del Crostolo dal ponte di via 20 Settembre, fiancheggia la zona annonaria, Cavazzoli, Valle di San Giulio, ponte ad archi di via Carlo Marx (Roncocesi), via Tosini, via San Biagio, ponte sul Modolena di via San Biagio, sentiero fra il torrente Modolena e il canale San Silvestro (a nord del canile comunale), ponte sul canale San Silvestro, via Cella all’Oldo, via Casaloffia, via De Bosis, via Reggiolo, strada vicinale Casaloffia, Oasi Ca’ Pegolotta, stradone Re, Valle Re.
Deviazioni: Proseguendo verso il Museo Cervi si può fare una deviazione gastronomica alla Latteria La Grande di Castelnovo Sotto o all'azienda agricola Ferretti Vini
Ritorno: Per variare il ritorno, si può prendere il sentiero 620/c (via Reggiolo) fino al centro di Cadè, oltrepassare la gelateria Nona Strada e svoltare a dx in via Quercioli fino al comune di Cavriago. Per ritornare a Reggio Emilia, basta seguire l'itinerario Reggio-Cavriago in bici.
Oasi di Cà Pegolotta
L’area ha una superficie di cinque ettari e per la sua ricchezza in termini di biodiversità è stata riconosciuta Sic (sito interesse comunitario) e Are (Area di riequilibrio ecologico della Regione Emilia-Romagna). L’area, dopo la costruzione dell’A1 nel 1959, è rimasta isolata nel cuore della pianura reggiana e ha quindi conservato una biodiversità spontanea di grande interesse. Zona da sempre caratterizzata da fontanili con acque sorgive a temperatura costante durante tutto l’anno, presenta oggi una grande varietà di ambienti e di fauna, tra cui oltre cento diverse specie di uccelli: ardeidi, anatidi, limicoli e passeriformi; tra i predatori sono presenti il falco di palude e lo sparviero e, nei canali, il Martin pescatore, la gallinella d’acqua, il gambero di fiume e alcune specie rare come il pesce Panzarolo. Nell’oasi vive anche la tartaruga palustre.
L’oasi, oggi uno degli ultimi terreni boscosi della Pianura padana, è stata rinaturata e resa maggiormente fruibile per le visite tramite la realizzazione di un sentiero rialzato in legno, la collocazione di arredi e di cartellonistica descrittiva del luogo e della sua storia. L’area è sempre aperta e liberamente accessibile.
Fontanili di Corte Valle Re
Posta a metà strada fra Reggio Emilia e Parma, questa piccola Riserva di 37 ettari tutela uno degli ultimi esempi regionali di risorgive di pianura (qui detti "fontanili"), specchi d'acqua limpida circondati da fitti canneti o da una boscaglia igrofila e lunghi canali che solcano i coltivi nei pressi di un elegante edificio rurale con torretta a brevissima distanza dall'autostrada del Sole. La denominazione dell'area, in passato appartenuta alla nobiltà reggiana, è legata ai conti Re, alla cui famiglia appartenne il celebre agronomo Filippo, rettore dell'Università di Bologna all'inizio dell'Ottocento.