Marco Emilio Lepido

Marco Emilio Lepido, in latino Marcus Aemilius Lepidus (187 AC - 153 AC), è stato un esponente dei Lepidi, un ramo della Gens Emilia. Fu console romano, pontefice massimo e censore. Riportò la vittoria sui Liguri ed è noto per aver dato il nome alla Via Emilia, fatta da lui costruire per collegare Piacenza con Rimini. La città di Reggio Emilia si chiamava in età romana Regium Lepidi in suo onore.

Notizie storiche

Esponente della famiglia dei Lepidi, ramo della gens patrizia degli Emilii, Marcus Aemilius Lepidus fu politico e comandante della Repubblica romana.
Durante il suo cursus honorum ricoprì cariche prestigiose riportando numerose vittorie militari e realizzando importanti opere pubbliche che sostennero l'espansione del nascente impero romano.
Durante la carica di edile nel 193 a.C., insieme a Lucio Emilio Paolo, promosse la costruzione del nuovo porto fluviale a sud del colle Aventino, l'Emporium: esso prevedeva una banchina lunga 500 metri circa, i Navalia (un imponente edificio a 50 vani) e, alle spalle, gli horrea, magazzini per lo stoccaggio delle merci.
Fu poi eletto console per due mandati nel 187 a.C. e nel 175 a.C.
Il più grande onore del suo primo consolato fu la vittoria sui Liguri che abitavano la florida pianura Padana: Roma si impadroniva così di un territorio fertile e strategico per lo sviluppo dell'impero.
Ciò che tuttavia porta ancora il suo nome a distanza di secoli è la via Emilia, da lui voluta e fatta costruire, secondo l'uso romano, per portare a termine e rendere solida la conquista dei nuovi territori. La via Emilia venne così costruita nel 187 a.C. come prolungamento della via Flaminia, principale collegamento con il settentrione che collegava Roma a Rimini, e a sua volta collegava tra loro le colonie di Ariminum (Rimini) e Placentia (Piacenza).
Lungo il suo tracciato, a distanza tra loro di una giornata di viaggio, sorsero nel corso degli anni i nuovi centri di Caesena (Cesena), Forum Popilii (Forlimpopoli), Forum Livii (Forlì), Faventia (Faenza), Forum Cornelii (Imola), Claterna, Bononia (Bologna), Mutina (Modena), Tannetum (Sant'Ilario d'Enza), Parma e Fidentia (Fidenza). Tra queste in particolare, durante il secondo consolato dello stesso Marco Emilio Lepido, venne fondato il primo nucleo della città di Reggio Emilia, Regium Lepidi, che da lui prese il nome.
Marco Emilio fu inoltre Pontefice Massimo e censore. Durante quest'ultima carica fece erigere il tempio dedicato a Giunone Regina al Campo Marzio a Roma che aveva fatto voto di erigere a seguito della sua vittoria sui Liguri. Dedicò inoltre il tempio ai Lari Permarini nell'area sacra di Largo di Torre Argentina.
La tradizione attribuisce inoltre alla sua censura (179 a.C) insieme a Marco Fulvio Nobiliore anche la costruzione del Ponte Emilio (Ponte Rotto) e una delle prime fasi edificatorie della Basilica Emilia a Roma.
Marco Emilio Lepido morì durante la sua seconda carica da pontefice massimo nel 152 a.C.

Approfondimenti

Ripertutamente, nel corso della sua storia la città di Reggio Emilia si è occupata del suo fondatore.
Particolare attenzione fu riservata al console nel Rinascimento, quando la riscoperta della classicità e l'ispirazione al mondo antico divennero più intense. Non ne furono esenti i duchi d'Este, signori della città, per omaggiare i quali il facoltoso Gaspare Scaruffi nel XVI secolo, commissionò allo scultore e architetto Prospero Sogari detto Il Clemente due statue destinate alla facciata del Palazzo Comunale: una di Ercole e una di Marco Emilio Lepido. Le sculture vennero ricavate da un unico blocco di marmo di Carrara, che raggiunse Reggio per via l'acqua: imbarcato nel Tirreno, circumnavigò l'Italia, fu traghettato lungo il Po e sino a Ferrara e da qui a Reggio. Della collocazione sulla facciata del Comune non se ne fece più nulla ed entrambe le statue rimasero collocate nel cortile di Palazzo Scaruffi fino al 1724 quando vennero posizionate all'ingresso del grandioso Palazzo Ducale di Modena dove ancora oggi si possono ammirare.

Memorabile poi fu la citazione di Marco Emilio Lepido nel discorso tenuto da Giosuè Carducci a Reggio Emilia nel 1897 in occasione del primo centenario del Tricolore: "Reggio animosa e leggiadra, questa figlia del console Marco Emilio Lepido e madre a Ludovico Ariosto".

A Reggio Emilia, all'ingresso del Palazzo del Comune, infine si trova una statua dedicata a Marco Emilio Lepido, recentemente restaurata in occasione della mostra "On the road. Via emilia 187 a.C.-2017".
La statua è in stucco ricoperto da una speciale patina utilizzata per conferirle l'aspetto di un monumento di bronzo ed è collocata all'interno di una finta nicchia "ad illusionismo" che incornicia la scultura.
L'opera è settecentesca ma di difficile attribuzione. Di recente è stata attribuita dalla direttrice dei Musei di Reggio Emilia, ad Antonio Bernard, insegnante di plastica e scultura alla Scuola di Belle Arti di Reggio Emilia negli ultimi anni del XVIII sec.