Camillo Prampolini
Nato da famiglia cattolica, maturò nel tempo una conversione laica ai principi del socialismo, senza mai prescindere dai valori universali del Cristianesimo, da quel “desiderio divino di giustizia” che ritroviamo nella celebre Predica di Natale del 1897, tenendo costantemente ad una sintesi realizzata nella militanza in difesa delle classi più povere e nell’idea di cooperazione.
Nasce a Reggio Emilia il 27 aprile 1859, nella casa di Corso della Ghiara. Il suo nome completo è Camillo Vittorio Colombo Pellegrino Leopoldo Maria. Il padre è figlio di magistrati: ragioniere capo del Comune, è di orientamento politico monarchico. La madre Maria Luigia Casali (1834) è una cattolica fervente. Camillo è il terzo di cinque figli.
La sua educazione scolastica fu tradizionale: frequentò il Ginnasio nel 1869 spiccandone come miglior studente. Attraverso le discussioni intraprese insieme ai compagni il dibattito sull'esistenza di Dio durante le lezioni di filosofia, già a 11-13 anni cominciò a dubitare della propria fede, interessandosi invece alla fisica che, li pareva offrire maggiori spunti per la conoscenza del mondo. Nel 1877 intraprese gli studi universitari, iscrivendosi alla facoltà di giurisprudenza a Roma, per poi passare nel 1879 a quella di Bologna dove si laureò nel 1881 con una tesi sul diritto al lavoro contrastante con l'idea dell'assolutezza del diritto di proprietà.
Nel 1882 ci fu il debutto politico di Prampolini fu infatti attraverso la rivista Lo Scamiciato, giornale internazionalista reggiano, che nacque con lo scopo di diffondere lo spirito di uguaglianza. Il 17 maggio del 1883 muore di tisi la madre, dopo una lunga sofferenza: questo evento incise molto sulla stabilità emotiva di Prampolini.
Il 3 dicembre 1884 uscì Reggio Nova, un quotidiano (divenuto successivamente un settimanale) di cui Prampolini diventò redattore. L'attività propagandistica di Prampolini si ripiegò poi su La Giustizia. Il 10 luglio 1887 svolge a Cavriago il suo primo comizio pubblico: da quel momento quasi ogni domenica compie una conferenza in provincia insieme al suo gruppo socialista. Il 23 novembre del 1890 è eletto per la prima volta alla Camera, nella circoscrizione di Reggio Emilia e per il Fascio Democratico Elettorale, insieme a Basetti, Corbelli e Maffei: si ha così l'ingresso del movimento socialista nelle istituzioni.
L'evento che influì maggiormente sulla vita di Prampolini, costretto ad abbandonare l'attività politica per un lungo periodo, fu la morte della moglie avvenuta il 29 ottobre 1891.Questo fu uno dei periodi più cupi di Camillo, che fronteggiò sia pesanti preoccupazioni economiche e sia la crescita della piccola figlia Piera di un anno e mezzo. Ad aiutarlo subentrò la sorella Lia, che cercò di sostituire la figura materna.
Il 14 agosto 1892 partecipa al Congresso del Partito Operaio dei Lavoratori Italiani alla Sala Sivori di Genova: nonostante un malore, tiene un discorso che risulta decisivo per la separazione dagli anarchici. Il giorno dopo i socialisti si riuniscono infatti in via della Pace e fondano il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, al quale parteciparono circa trecento società operaie di molte regioni d'Italia, viene enunciato un programma politico e nasce così un Partito autonomo della classe operaia, dopo anni di lotte e di discussioni. Il 30 gennaio 1899 interviene in Parlamento opponendosi ai decreti "liberticidi" proposti da Pelloux. Il 30 giugno è protagonista, con De Felice Giuffrida, Morgari e Bissolati dell'ostruzionismo contro la violazione del regolamento della Camera, che culmina nel rovesciamento delle urne.
Nel 1911 Prampolini esprime la sua disapprovazione sulla guerra di Libia. Contrario all'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, nel 1922 fondò con Matteotti e Turati il Partito Socialista Unitario. Nel 1924 cessò il suo mandato parlamentare e durante la dittatura fascista si ritirò dalla vita politica assumendo un atteggiamento di passiva attesa. Il 30 ottobre 1925 infatti, in seguito all’acuirsi delle violenze fasciste, e al divieto di stamparla imposto alla tipografia, «La Giustizia» domenicale annuncia la chiusura, che avviene col numero 2.038.
Nel maggio del 1926 Prampolini è costretto a riparare a Milano, dove trova lavoro come contabile di alberghi.
Era già da tempo fuori dai giochi quando nel 1927 avvertì i primi sintomi del cancro, diagnosticato il 27 aprile 1929. Gli amici svolgono una raccolta fondi per i suoi 70 anni; la somma raccolta, in un primo tempo da lui rifiutata, serve per acquistare una villetta in via Alberto Mario.
Operato più volte a Milano e a Bologna, Prampolini muore a Milano il 30 luglio alle ore 2.30 e seppellito al Cimitero Monumentale.