Palazzo Pratonieri
Indirizzo e contatti
Via Toschi, 9 - 42121 Reggio nell'Emilia
0522 1791601 - Sede Unicredit
Orari
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Come arrivare
Reggio nell'Emilia - centro storico
Il palazzo si trova nelle immediate vicinanze di Piazza San Prospero.
Cenni storici
Edificato nel '500 per volontà della famiglia Pratonieri, forse ad opera di Bartolomeo Spani (architetto e scultore), il palazzo aveva forse originariamente il suo ingresso principale su via Fornaciari.
La proprietà dell'immobile passò ai Conti Vezzani finché la Cassa di Risparmio di Reggio Emilia acquistò il palazzo 1882 per farne la propria sede. Nei primi anni del '900 gli ambienti interni dell'edificio furono rinnovati completamente. I progettisti furono affiancati da una commissione artistica presieduta dal pittore Gaetano Chierici. I lavori ritardati a causa della guerra, terminarono nel 1916 quando finalmente ebbe luogo l'inaugurazione ufficiale.
Dal 1916 al 2006 l'edificio fu la sede della Cassa di Risparmio. Il Palazzo poi, diventato inagibile a causa dei danni provocati dagli eventi sismici susseguitisi negli anni, rimase inutilizzato. Nel 2016, a cento anni dalla data della storica ristrutturazione, UniCredit decise di dare inizio al restauro del palazzo, riportandolo all'antico splendore.
Gli esterni
Palazzo Pratonieri esternamente conserva inalterato l'aspetto tardo Ottocentesco conferitogli durante la ristrutturazione voluta dalla Cassa di Risparmio di Reggio Emilia nel 1882. Il progetto fu dell'ingegnere Pio Casoli: bugne lisce incise sull'intonaco si ripetono su tutta la facciata che è scandita da finestre a tutto sesto incorniciate da elementi in terracotta a punta di diamante. Al piano nobile le finestre sono decorate con archetti pensili e testine ornamentali.
In alto il palazzo è coronato da un cornicione nel quale sono inserite formelle con la figura dell'ape, simbolo dell'operosità della Cassa di Risparmio di Reggio Emilia.
Atrio
L'intervento di ristrutturazione del 1916, definito da alcuni critici "scandaloso ed eccessivamente invasivo" data la profonda trasformazione del cinquecentesco impianto originale, costituì una irripetibile occasione per diversi artisti ed artigiani reggiani: sorse così il più grande cantiere di edilizia monumentale della città, una vera e propria Scuola di Arti e Mestieri dove, a fianco dei grandi artisti, operavano ottimi collaboratori.
Il pregevole soffitto ligneo a cassettoni, gli stucchi delle pareti, i marmi, i serramenti in legno a cornice degli scaloni, così come il notevole portale d'ingresso e le lampade sono opera dei migliori artigiani dell'epoca.
Simmetrici rispetto all'atrio centrale si trovano due mezzibusti bronzei posti su piedistalli in marmo che rappresentano Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto.
Sala delle vittorie
L'architettura della sala cerca di correggere la forma irregolare del perimetro dando l'impressione di trovarsi in una stanza perfettamente rettangolare.
Le sculture che adornano le pareti laterali sono opera dell'artista Enrico Prampolini. La rappresentazione allegorica prevede ai quattro angoli i Telamoni che simboleggiano la fatica che l'uomo deve sostenere per lavorare e risparmiare. Le Vittorie alate, che danno il nome alla sala, rappresentano invece il successo che corona la vita parsimoniosa di chi fatica.
Il soffitto vetrato è decorato con il motivo ripetuto dell'ape, simbolo di operosità, e per questo emblema della Cassa di Risparmio di Reggio Emilia.
Sala della Piramide
Questa sala è l'anello di congiunzione tra l'impianto originario di Palazzo Pratonieri e l'ex casa della Congregazione di Carità, acquistata nel 1924 ed accorpata al palazzo. Durante i lavori, avvenuti tra il 1925 ed il 1927, la via che separava i due stabili fu chiusa e, al suo posto, sorse l'attuale sala, realizzata nello stile adottato nei lavori del 1910-1916.
Le lesene, ornate con lastre di marmo e decorazioni in foglia d'oro, sono sovrastate da sfere rivelatesi, durante gli ultimi lavori, lampade in vetro piombato. Il cornicione sorregge una volta a specchio decorata con un motivo ad esagoni ripetuti, quasi a voler formare un alveare che allude all'operosità della Cassa.
La sala prende il nome dalla piramide vetrata che la sovrasta. È stata realizzata in occasione dei recenti lavori di restauro che hanno permesso di ripristinare la struttura metallica esistente, donando nuova luce all'intero salone.
Altro elemento notevole presente all'interno di questo ambiente è la colonna in arenaria risalente al XVI secolo, con ogni probabilità appartenuta alla ex casa della Congregazione di Carità.
Sala del Pubblico
È la sala monumentale in stile neorinascimentale realizzata sui disegni del Prof. Collamarini, ispirata alle vicissitudini dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto, nato a Reggio Emilia.
Ha i lacunari trasparenti di vetro dipinto, ed è ornata da bassorilievi in bronzo realizzati da Cirillo Manicardi: i capitelli e i fregi raffigurano fantasie ariostesche mentre le formelle delle basi si ispirano al concetto del lavoro umano creatore di civiltà, in sintonia con l'ideale della Cassa di Risparmio.
L'iscrizione a caratteri epigrafici che gira nella fascia sottostante l'architrave, ha la peculiarità di mantenere il senso continuo e costante da qualunque lato se ne cominci la lettura.
Qvi nel nido natio di cvi si piacqve
Chiami il ricordo gli animi devoti
Ove il divino spirito a lvngo tacqve
Le liete fantasie compiano i voti
Altro elemento di grande pregio all'interno della sala è il fregio pittorico continuo collocato immediatamente sotto il lucernario, composto complessivamente da dodici tavole disposte in gruppi di tre su ciascuna parete. Opera di Cirillo Manicardi rappresenta l'allegoria della pace, il lavoro nei campi nelle varie stagioni, la vita di paese, e si conclude con l'immagine della ferrovia simbolo di modernità.
(Fonte Unicreditgroup.eu)