Villa Levi

Villa Levi è una delle più singolari ville della campagna reggiana, circondata da un giardino all'italiana e da un ampio parco.

Indirizzo e contatti

Via Fratelli Rosselli, 107 - 42123 Reggio nell'Emilia
Sito web FAI - Villa Levi
Facebook Salviamo insieme Villa Levi

Orari

Visitabile internamente solo in occasione di eventi. La villa è di proprietà dell'Università di Bologna.

Cenni storici

Villa Levi è una delle più singolari ville della campagna Reggiana, caratterizzata dalla presenza dell’imponente cupola metallica e del colonnato gigante nel fronte sud. Circondata dal parco di gusto eclettico nel quale sono presenti anche alberature monumentali, è fronteggiata in direzione nord da un lungo viale prospettico (circa 680 metri) che attribuisce all'edificio un ruolo chiave nel paesaggio. E’ una costruzione di gusto spiccatamente neoclassico, nata come residenza estiva probabilmente attorno alla prima metà del 1600 ma significativamente rimaneggiata tra il 1790 e il 1810 su commissione dei Besenzi, i primi proprietari. Il progetto di ristrutturazione è riferibile all’architetto Domenico Marchelli e comportò l’introduzione del timpano che sopravanza leggermente l’edificio. All’architetto Marchelli è riferibile anche la sistemazione del vasto giardino “all’italiana” e la realizzazione dei due edifici di servizio, che fungevano da abitazione del custode e stalla.

Negli anni ’30 del 1800 si attua un secondo significativo intervento di ristrutturazione a opera dell’ingegnere e architetto modenese Luigi Poletti; a lui sono dovuti l’introduzione della cupola sorretta da un colonnato circolare gigante e il “nuovo” prospetto sud, con la creazione di un pronao colonnato e di scalinata monumentale che collega il livello terra al piano nobile. La villa acquista così un’impronta che rimanda alle influenze palladiane.

Il porticato circolare doveva servire probabilmente per feste all’aperto e piccole rappresentazioni. Al di sotto della cupola si trova una grande sala circolare che si proietta verso il parco attraverso le grandi finestre. La villa passò alla famiglia Levi nel 1874; all’inizio del ‘900 sono riferibili le decorazioni interne in stile Liberty. Venne poi acquisita dai Pelosi nel 1956 e dall’Università di Bologna nel 1971, che la destinò a sede del corso di Scienze della Produzione Animale.

Gli interni

L'Aula Magna di Villa Levi

Il salone centrale, ex Aula Magna dell'Università, è l'ambiente più grande e maestoso di tutta la Villa. E' qui che, nel corso dell'Ottocento, si tennero sfarzosi balli, feste e cerimonie con protagoniste le più importanti famiglie aristocratiche della città. Si tratta di una sala semisferica caratterizzata da un colonnato circolare gigante composto da 12 colonne libere in finto marmo che terminano con un capitello corinzio riccamente lavorato. L'interno della cupola a doppia calotta è pitturato di colore azzurrino, una scelta tutt'altro che casuale voluta dai Levi. Ricchissima famiglia della comunità ebraica di Reggio Emilia, i Levi appartenevano alla massoneria. La tradizione massonica vuole che le riunioni si svolgano idealmente sotto la volta celeste, in modo da essere direttamente in contatto con la spiritualità dell'universo. Al chiuso però, nella sua ideale ascesa verso l'infinito, il massone poteva trovare nella volta del Tempio un limite al proprio orizzonte visivo: per evitare ciò, le cupole e le volte venivano dipinte di azzurro o, nei casi più sfarzosi, con il cielo stellato in modo da consentire una simbolica apertura verso l’infinito.


La cupola

La cupola di Villa Levi è l'elemento architettonico più caratteristico della Villa, nonché un vero e proprio unicum nel suo genere. Per la verità, a Villa Levi di cupole ce ne sono due: la prima, in muratura, è all'interno dell'edificio e costituisce il soffitto all'Aula Magna; l'altra, la più famosa, è quella che si vede all'esterno. Quest'ultima, vero e proprio capolavoro dell'architettura e dell'ingegneria, a dispetto di quanto si possa pensare, non è in muratura, ma interamente costituita da un delicato intreccio di assi di legno rivestite esternamente da un sottile strato di rame. Al di sotto della cupola si trova una sala molto suggestiva, conosciuta anche come "la sala delle due cupole", il cui pavimento è costituito dalla cupola che fa da soffitto all'Aula Magna sottostante e il cui soffitto è formato dalla cupola esterna. Sulla sommità della cupola si trova un ballatoio, raggiungibile mediante una piccola scala a chiocciola in legno, che veniva utilizzato dai Levi come osservatorio astronomico privilegiato per l'osservazione delle stelle. All'interno della sala, sui muri e sulle travi in legno, sono presenti diverse iscrizioni, alcune molto antiche, che attestato l'esecuzione dei vari lavori di restauro.
Le due cupole e il sottostante colonnato circolare gigante costituiscono delle aggiunte rispetto all'impianto originale della Villa e sono databili agli anni '30 dell' '800, opera del famoso architetto e ingegnere modenese Luigi Poletti.

Villa Levi panorama

Villa Levi internoVilla Levi cupola

Il Parco

Immerso nel paesaggio agricolo della pianura reggiana, il parco di 4 ettari si sviluppa tra via Fratelli Rosselli a sud e il torrente Modolena a ovest. L’area è organizzata in due zone con caratteristiche piuttosto diverse: a est, sul fronte della neoclassica Villa Levi, si estende un prato ampio e curato, di forma ellittica, delimitato da dense quinte alberate, mentre a ovest prevalgono spazi aperti di aspetto più naturale, con prati rustici e una lunga siepe mista che percorre la sponda del torrente. Notevole è la ricchezza del patrimonio arboreo con un’elevata diversità di specie ed esemplari di dimensioni realmente notevoli: cedri, frassini, platani, tigli e diverse farnie.

Dal 1888 la villa ospitò Margherita Levi e, per alcuni anni, il suo primo marito, il barone Alberto Franchetti (1860-1942), appartenente a una nobile famiglia ebrea sefardita (la madre era una Rothschild) e noto compositore di opere liriche aderente alla scuola verista. Raimondo Franchetti (1889-1935), figlio di Margherita e Alberto, è stato l’ultimo dei grandi esploratori italiani dell’Africa e morì per l’esplosione del suo aereo nei cieli sopra il Cairo (i suoi trofei di caccia e i reperti dei suoi viaggi, soprattutto in Dancalia, sono conservati nel Museo di Storia Naturale di Reggio Emilia). Alcune testimonianze raccontano che il parco avesse in precedenza dimensioni relativamente modeste e fosse limitato alla parte antistante la villa, mentre nell’area occidentale era presente un laghetto. È ipotizzabile, dunque, che l’impianto del verde che si vede oggi sia in gran parte da far risalire ai primi decenni del secolo scorso e all’opera di Margherita Levi.

Curiosità

Il tunnel recentemente scoperto si trova a metà del lungo viale sterrato che collega Villa Levi a Coviolo. Negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, il tunnel fungeva da riparo antiaerei: un luogo per mettersi in salvo e per sfuggire ai bombardamenti. Villa Levi ebbe un ruolo centrale in quegli anni: fu occupata dai tedeschi, adibita a caserma e fece da nascondiglio al sipario di Alfonso Chierici, che stava per essere trafugato in Germania. Fu il partigiano "Gigi" (Pierino Beggi) che nel 1944, con un blitz, lo nascose vicino a casa, per poterlo tenere sotto controllo.