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Palazzo dei Musei

Ex convento francescano, dal 1830 ospita, al primo piano, la collezione privata del grande naturalista Lazzaro Spallanzani. Il secondo e l'ultimo piano sono stati ripensati recentemente dall'architetto Italo Rota.

Indirizzo e contatti

Via Spallanzani, 1 - 42121 Reggio nell'Emilia
telefono 0522 456816 - Palazzo dei Musei (negli orari di apertura del museo)
telefono 0522 456477 - Uffici (lunedì-venerdì mattina)
email musei@comune.re.it
sito web musei.re.it

Orari

Settembre - Giugno
Martedì-Giovedì
10.00 - 13.00

Venerdì, Sabato, Domenica e festivi
10.00 - 18.00

Luglio - Agosto 
Martedì, Giovedì, Domenica
10.00 - 13.00

Mercoledì, Venerdì, Sabato
10.00 - 13.00 e 21.00 - 24.00

Tariffe

Ingresso gratuito

Come arrivare

Reggio nell'Emilia - centro storico
Il museo si affaccia su Piazza Martiri del 7 luglio ed è collocato di fronte al Teatro Municipale Valli.

Cenni storici

La storia di Palazzo dei Musei inizia otto secoli or sono, esattamente nel 1256 quando i francescani, per concessione del vescovo Guglielmo Fogliani, si insediano presso la chiesa di San Luca e il contiguo palazzo imperiale, in uso come sede vescovile a partire dal 1195. La trasformazione da palazzo in convento avverrà qualche decennio più tardi. Nel corso dei secoli il convento prende forma, prima sviluppandosi su due piani e intorno a un grande chiostro porticato, quindi dotandosi di un grande spazio adibito a orto e circondato da un muro di cinta. L’aspetto con cui lo conosciamo ora, è dovuto a un grande rifacimento nei primi decenni del Settecento. Durante le soppressioni napoleoniche, Palazzo dei Musei cessa di essere un convento e si trasforma in una caserma e stalla per cavalli, quindi in sede di istituzioni scolastiche.

 Museo di Paletnologia Dopo la Restaurazione, il palazzo ospita il Regio convitto legale o Collegio giuridico al primo piano e il Regio liceo di Chimica e Fisica al pianterreno. Proprio la presenza di istituti scolastici scientifici porta alla decisione, nel 1830, di allestire la collezione privata di Lazzaro Spallanzani, acquistata dal Comune nel 1799. Nel 1862 il reggiano don Gaetano Chierici fonda il Gabinetto di Antichità patrie, dal 1870 Museo di Storia Patria, articolato in grandi nuclei collezionistici che privilegiano la raccolta e la conservazione di materiale di interesse locale, ma collocandoli nel quadro della tradizione culturale nazionale. Il Museo Chierici di Paletnologia espone materiali di preistoria e protostoria locale raccolti dallo stesso Chierici, accompagnati e messi a confronto con oggetti dello stesso periodo, ma di diversa provenienza geografica, soprattutto italiana. La collezione rispecchia i metodi della nuova disciplina paletnologica che lo stesso Chierici andava definendo.

Sala Assalini ed Erbario

La Galleria dei Marmi, istituita e aperta al pubblico nel 1875, poi restaurata e ampliata nel 1991, ospita reperti in pietra ed epigrafi romane, in gran parte funerarie, resti di decorazioni architettonica, epigrafi e sculture dal Medioevo al XVIII secolo. Marmi architettonici romani sono esposti anche all’aperto nell’adiacente Chiostro. L’Atrio dei Musei conserva, oltre a mosaici con motivi geometrici di età romana, grandi frammenti musivi delle decorazioni pavimentali, risalenti al XII e XIII secolo, di alcune chiese di Reggio: Duomo, San Prospero, San Giacomo e San Tommaso. Le collezioni ottocentesche si completano con le raccolte naturalistiche di zoologia (sala Antonio Vallisneri), anatomia (sala Paolo Assalini) e botanica. Ad esse si affiancano le raccolte di Etnografia (sala Giambattista Venturi), riallestite nel 1999 con l’integrazione di un nucleo di oggetti acquisiti dal Museo di antichità di Parma.

 

Approfondimento sulla Collezione del Barone Raimondo Franchetti

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Sala della Reggio Romana


Ampliamento e completamento ideale della Collezione Chierici, è la sala dedicata alla Reggio Romana (1996-1998), nell’ambito delle nuove collezioni archeologiche, comprendente raccolte numismatiche ed epigrafiche, sculture, mosaici, frammenti di architettura, ceramica, oreficeria e arti minori, dalla fondazione romana della città all’età barbarica. Nel maggio 2015 la sala è stata rinnovata con un museo virtuale permanente: Regium@Lepidi-Project 2200, di concezione totalmente innovativa. Esso infatti è dedicato ad una ricostruzione non solo virtuale, bensì anche interattiva della città romana, attraverso l'utilizzo di diverse apparecchiature. In ambito naturalistico, alle raccolte ottocentesche si sono aggiunte quelle dedicate alla Geologia (1989), alla Fauna del reggiano (1992) e l’esposizione dei resti della balena Valentina (2001), cetaceo fossile di 3,5 milioni di anni rinvenuto sulle colline reggiane della Valle del Secchia.


Più nuovo, Più grande, più Museo

Più nuovo più grande piLa storia recente del Palazzo dei Musei inizia nel 2005: il progetto di ripensamento e ristrutturazione del museo viene affidato al grande architetto Italo Rota. La riconsegna alla città dell'ultimo piano dell'edificio e il riallestimento di tutto il secondo piano con le collezioni artistiche e archeologiche, costituiscono le principali novità del progetto di Rota, che intende proporre una nuova idea, un nuovo progetto di museo, che si confronta e dialoga con la contemporaneità. L'architetto ha ricostruito un filo rosso che lega e collega il vecchio con il nuovo, il piano delle collezioni storiche, in primis la Collezione Spallanzani, con il piano della Galleria Fontanesi e delle raccolte archeologiche (secondo piano) fino al terzo ed ultimo piano dove il museo si apre alla complessità e contaminazione della contemporaneità. Un percorso attraverso i secoli, i protagonisti e le eccellenze del nostro territorio, dal console fondatore Marco Emilio Lepido, al poeta Ludovico Ariosto, dalla storia del Tricolore all'opera fotografica di Luigi Ghirri e alla valorizzazione della Collezione di Fotografia Europea, tutto il percorso è caratterizzato da spazi (diorami) di confronto e contaminazione che creano nuovi spunti di riflessione.

Il Capodoglio

All’ultimo piano, spazi Laboratorio invitano il pubblico a una partecipazione attiva e critica rispetto ai contenuti della visita e sollecitano la sua creatività. In continuità con questi spazi, l'Agorà, un luogo di scambio e discussione, a rinnovare la dialettica tra il fare e l’essere, tra l’opera e la parola, tra la creatività e lo scambio, il confronto, la partecipazione. È in particolare con l’idea della nuova Manica Lunga, spazio del museo temporaneo, che occupa tutta la grande navata dell’ultimo piano, che si vuole mettere in evidenza il messaggio legato alla contemporaneità a partire dal primo allestimento For inspiration only, curato dallo stesso Italo Rota. Nella Manica Lunga ha trovato nuova collocazione e più adeguate condizioni di visibilità anche lo storico Capodoglio, oggetto particolarmente caro alla memoria della città e uno dei simboli del Museo.

Approfondimenti

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Il nuovo allestimento al secondo piano dei Musei: Più nuovo, più grande, più museo.