Palazzo Civico

Palazzo Civico del XV secolo ora sede della Biblioteca Comunale.

Indirizzo e contatti

via Emilia Est, 11 - 42048 Rubiera

telefono 0522 622255 - Biblioteca

Orari

Lunedì, Mercoledì, e Sabato dalle 09:00 alle 13:00
da Martedì a Venerdì (e I° Sabato del mese) 15:00 - 19:00
chiusura settimanale Domenica
apertura tutto l'anno escluso Agosto

Come arrivare

Rubiera

in auto
da Reggio Emilia, seguire via Emilia (SS9) direzione Modena.

in treno
dalla stazione FS di Reggio Emilia treno regionale Trenitalia

in autobus
bus urbano n.2

Il Palazzo Civico si trova in centro storico

Notizie storiche

Visto dall’esterno l’edificio risulta omogeneo per la presenza di un portico a quattro basse e larghe arcate, ma la struttura è il risultato dell’accorpamento e adattamento di case preesistenti del quattrocento, di cui all’interno si possono scorgere alcune eleganti finestrelle ed un soffitto a cassettoni ed affresco del XV secolo. Il Palazzo Civico è contrassegnato da una massiccia torre cinquecentesca. Restaurato, venne inaugurato nel 1988 adibendolo a biblioteca comunale. Con la ristrutturazione di palazzo Sacrati, avvenuta nella seconda metà del XV secolo, la residenza del Podestà appare trasferita entro certe “case del comune” che notizie posteriori consentono di riconoscere in quelle successivamente trasformate in palazzo podestariale. Nel 1477 le riunioni del Consiglio Generale erano tenute nelle “case del Comune”, entro la “camera da letto al piano terra”, in conformità con la medioevale consuetudine di utilizzare la medesima stanza per più funzioni e di considerare la camera da letto come la più sicura della casa e la più adatta a conservarvi i documenti e le ricchezze della famiglia, nonché come luogo più adatto a riunirsi per trattare affari importanti o per ricevere ospiti di riguardo. Il nucleo centrale dell’attuale edificio appare come il più antico e conserva nel piano terra una stanza col soffitto a cassettoni decorati con silografie del secondo Quattrocento incollate sulle tavolette lignee; alla stessa epoca può essere fatto risalire anche l’ornato vegetale dipinto nella sola parte del medesimo soffitto che è stata eseguita in muratura perché in corrispondenza della canna fumaria. La decorazione testimonia l’avvenuta trasformazione dell’antica abitazione privata in un ambiente adatto ad una destinazione pubblica con trasferimento forse nella parte superiore della stanza da letto del podestà. Non è però ancora la “camera magna” che troviamo usata nel corso del Cinquecento, realizzata probabilmente insieme alla torre civica costruita a partire dal 1537 e probabilmente già conclusa nel gennaio 1540. La facciata del palazzo presenta una forma non più corrispondente a quella antica, ma che deriva da una ristrutturazione avvenuta in tempi successivi, fra Seicento e Settecento, che ha condotto ad avanzare il fronte dell’edificio fino alla strada. Nella sua forma primitiva il palazzo aveva la facciata più arretrata dell’odierna e posta in corrispondenza della parete sulla quale si aprono ancora gli ingressi sotto il porticato. Quest’ultimo esisteva anche nell’edificio primitivo, ma allora non sorreggeva la serie di stanze al primo piano affacciate sulla via Emilia; secondo il modello medioevale esso si addossava semplicemente alla parete di facciata. Della sua trasformazione si hanno notizie in un documento del Seicento in cui si nomina una sala del Consiglio “costruita sopra il portico”. In quell’anno la facciata del palazzo appariva già profondamente modificata e fatta avanzare, con la costruzione di una serie di stanze sopra al portico, fino al margine della strada. In precedenza la sola struttura muraria che si protendeva verso la via Emilia era una “ringhiera” alle quale si accedeva da una stanza posta al primo piano del palazzo e che probabilmente veniva usata per la proclamazione degli editti e delle condanne. Le sue dimensioni dovevano essere modeste poiché per riselciarla, nel 1615, erano occorsi soltanto ventiquattro mattoni. L’avanzamento della facciata del palazzo doveva avere celato alla vista quasi completamente la torre cinquecentesca, la cui altezza oltrepassava di poco il tetto dell’edificio. Per restituirle il suo valore di segnale del palazzo pubblico, nel Seicento fu deciso di sovralzarla fino al livello odierno.