Rubiera

Rubiera, piccolo centro situato all’intersezione della via Emilia con il fiume Secchia, è un importante centro industriale e corrisponde all'antica "Corte de Herberia” risalente circa al XI secolo.

Informazioni

Altitudine: 53 m
Abitanti: 14.759 (al 31 ottobre 2023)
CAP: 42048
Mercato settimanale: sabato
Santo Patrono: San Biagio (3 febbraio)
Frazioni: Fontana, San Faustino, Sant'Agata

CONTATTI

telefono 0522 622202 - Ufficio Relazioni con il Pubblico 
sito web Comune di Rubiera

Come arrivare

Rubiera

In auto
Da Reggio Emilia: seguire la Via Emilia (SS9) in direzione Modena.

In treno
Dalla stazione FS di Reggio Emilia: treno regionale Trenitalia.

In autobus
Servizio di trasporto pubblico: autobus linea 2.

Cosa vedere

Nel centro storico, la cui via centrale è fiancheggiata da portici, si trova il rinascimentale Palazzo Sacrati - già dei Boiardo -, di spiccato carattere ferrarese, sede del Municipio. Meritano una visita anche l’ex Monastero dei Minori Conventuali del XVI secolo, ora Palazzo Rainusso; le Torri dell’Orologio e della Campana (XVI secolo); la Chiesa dell'Annunziata, oratorio del XVIII secolo; la Chiesa parrocchiale dei Santi Donnino e Biagio, edificio religioso del XVIII secolo riformato agli inizi del XX secolo, il Teatro Herberia, tipica costruzione tardo Liberty. Rubiera è un piccolo centro situato all’intersezione della via Emilia con il fiume Secchia.

Oltre alle Torri dell’Orologio e della Campana (XVI secolo), interessante è il complesso monumentale della "Corte Ospitale" (XV secolo), sorto per il ristoro dei viandanti e dei pellegrini in prossimità del guado del Secchia.
La Corte Ospitale è anche un importante centro di produzione teatrale, che organizza laboratori e spettacoli.

Per tenersi in forma

Tra Rubiera e la provincia modenese è stato istituito nel 1996 il Parco fluviale del Secchia, con notevoli valenze naturalistiche.
La visita può essere fatta a piedi, in bicicletta, a cavallo, preferibilmente in primavera e autunno per gli aspetti naturalistici, in inverno per il birdwatching.

Le Casse di Espansione del Fiume Secchia sono un'area naturalistica di origine artificiale caratterizzata da zone umide con centro di educazione ambientale.
La Riserva Naturale Orientata “Casse di Espansione del fiume Secchia“ è situata tra le province di Reggio Emilia e Modena, nel territorio dei comuni di Rubiera, Campogalliano e Modena, quindi nella fascia medio alta della pianura padana.

Nei dintorni

La Pieve romanica dei Santi Faustino e Giovita, una delle più antiche Pievi romaniche della diocesi citata in un documento già dal 945.

Appuntamenti

Fiera di GiugnoSeconda domenica di giugno
Tradizionale festa con luna park, bancarelle, mercatini, spettacoli musicali.

Fiera di SettembreUltima domenica di settembre
Manifestazioni sportive, commerciali, culturali ed espositive.

Approfondimenti storici

Il comune di Rubiera corrisponde all'antica "Corte de Herberia".
Nell 1033 la Corte di Rubiera venne usurpata da Adalberto Marchese di Toscana, che volle assegnarla al Monastero di Castiglione: quando il marchese di Toscana passò ai Canossa, di costoro fu' pure la Corte di Rubiera. Al centro della Corte doveva già essere stato edificato un castello vicino al Secchia, sul corso del quale era stato costruito un ponte romano, ad opera degli imperatori Gallieno e Valeriano. Il ponte venne più volte divelto: ne sono rimaste tracce nei basamenti dei piloni sul greto del fiume (a circa 100 metri dal ponte attuale verso nord), e di esso esiste anche una lapide che ne ricorda la distruzione avvenuta ad opera di un incendio nel 257 ora custodita nel museo lapidario di Modena.
Al tempo delle lotte tra Matilde ed Enrico IV, questi riuscì a conquistare Rubiera (affidandola al figlio Marchese Azzo D'Este); poi la contessa lo riebbe e lo sottopose alla custodia dei suoi capitani. Dal 1099 diventa nota la famiglia dei Da Herberia: alcuni suoi componenti sono presenti ad un "placito" di Matilde. Alla morte della contessa si ripresentarono, pretendendo la corte di Rubiera, i superiori del Monastero di S. Salvatore: il Papa Eugenio III risolvette risolse la questione concedendo ad essi la metà dei beni della corte medesima, affidando la parte restante al Vescovo di Reggio (1146). Verso il 1190 il Comune di Reggio innalzò a Rubiera un nuovo castello, che nel 1202 è posseduto da Pico Manfredi, il quale seppe ben difenderlo contro i modenesi in lotta con i reggiani a causa delle acque del Secchia. Attorno al castello il Comune di Reggio volle ben presto innalzare mura e insediarvi i primi borghi di case. Nel 1284 il forte è tenuto dalla famiglia dei Boiardi (discendenti dei signori Bianchi della Lunigiana). Nel 1290 il castello di Rubiera è posseduto da Obizzo D'Este e nel 1315 dal Comune di Reggio. Nel 1326 venne poi occupato dal Legato Apostolico e nel 1329 fu conquistato dai rappresentanti imperiali di Parma e Reggio, che imprigionarono nel castello il comandante del presidio Gherardo Boiardi. Costoro riebbero Rubiera col passaggio di Reggio alla signoria dei Gonzaga (1345) e lo seppero ben difendere contro i modenesi nel 1345. Quando i Boiardi si affidarono ai Visconti (1354), accolsero nel castello di Rubiera un loro presidio, che in seguito cacciarono (1362) per accogliere i rappresentanti della Chiesa e degli estensi. In seguito a tali mutamenti i Boiardi ottennero autorità su tutto il territorio rubierese, partecipando alla guerra contro i Visconti ed Ottobono terzi, che venne ucciso con inganno presso Pontalto, nelle campagne al di sopra di Rubiera (sud) verso Bagno dove vi era un ponte avente lo stesso toponimo di quello di Rubiera. Il pontalto attraversava la Via Emilia molto probabilmente in corrispondenza del cavo Tassarola, fosso che raccoglieva tutte le acque delle campagne poste a sud della Via Emilia. Nel 1423 i Boiardi permutarono Rubiera con Scandiano; allora Rubiera divenne un fondo della famiglia Estense, soggetto direttamente al Duca ed alla comunità di Ferrara. Nel 1512 furono i Papi a conquistare Rubiera, che venne affidata ad Alberto Pio di Carpi. Gli Estensi riuscirono a riavere Rubiera nel 1523: allora munirono il castello con tante difese da renderlo una delle fortezze più sicure del Ducato. L'ultimo episodio della guerra della rocca si ebbe nel 1706 quando, durante la guerra di successione di Spagna, i tedeschi obbligarono alla resa il corpo dei francesi che, padroni di Modena, difendevano Rubiera. La fortezza, durante l'occupazione estense, fu adibita a prigione di stato per quanti fossero accusati o sospettati di delitto di lesa maestà. Vi languì anche il patriota Don Giuseppe Andreoli che, condannato a morte, salì il patibolo avanti alla rocca il 17 ottobre 1822. La rocca di Rubiera era un massiccio edificio, munito di quattro torrioni, che s'imponeva con i suoi spalti e le sue mura all'ingresso del paese, sulla Via Emilia. Era circondata da profondi fossati, le cui acque provenivano dal Tresinaro per mezzo di un canale chiamato della cerca; nel lato est era il ponte levatoio di Carpi. La rocca fu' venduta all'asta nel 1873 e successivamente divisa in due lotti, di cui divenne proprietà del Municipio ed uno di privati. Per ragioni di viabilità, nel primo quarto del secolo la rocca fu' privata della parte mediana. In questi ultimi tempi anche le strutture laterali comprendenti i torrioni sono state in gran parte ridotte ad abitazioni private ed uffici. Dell'antico aspetto della rocca ben poco è riconoscibile. Anche la parte storica, come le carceri dove languirono Don Andreoli ed altri patrioti, è stata sacrificata ad esigenze moderne.
RUBIERA CAPOLUOGO.
La Via centrale è fiancheggiata dai portici. Sui resti degli antichi bastioni della rocca ha trovato sede per qualche tempo il Municipio; a lato si trova il monumento ai caduti, purtroppo privo della bella statua bronzea usata per fare bombe e cannoni al tempo dell'ultimo conflitto ed inaugurata nel 1925, opera dello scultore Malagoli.
Al centro del paese si trova il palazzo già dei Boiardo poi dei Sacrati: che diventarono feudatari nel 1433 dopo il trasferimento dei Boiardo a Scandiano. Nel 1445 i Sacrati furono investiti del feudo di San Valentino in Castellarano dopo aver rinunciato per desiderio dell'Estense il al loro castello di Fusignano nel ravennate. I Boiardo, famiglia che non dava grande affidamento per quanto riguarda la fedeltà al Signore di Ferrara, si trovò così ad avere di fronte ed alle spalle i Sacrati, famiglia che godeva della totale fiducia del marchese di Ferrara. Il fabbricato fu' acquistato dal demanio dopo l'unificazione (1860), adibito a scuole elementari, poi sede municipale fino al 1962. L'antico palazzo civico ora sede della biblioteca comunale, risalente in molte sue parti al XV secolo fu abbandonato poco prima della seconda guerra mondiale e concesso in uso a non abbienti con conseguente grave degrado al quale si è posto rimedio in questi ultimi anni. Di fronte a palazzo Sacrati si alza l'oratorio laicale della Santissima Annunziata innalzato dal 1710 al 1713 dopo gravi contrasti di potere col Governatore Donelli (1701). A mano destra in direzione di Modena vi è la Chiesa parrocchiale, costruita dai Minori Conventuali nel 1704 e completata nel 1722, che occupa l'area sulla quale si innalzava l'antico oratorio della Annunziata, di origine quattrocentesca, detto però prima del 1460 di S. Bartolomeo. Al centro sempre su lato sud i resti dell'antica Parrocchiale dedicata ai santi Donnino e Biagio, con interessante absidicola e campanile che si innesta su di essa, già nominata in un atto del 1302. Fra le cose notevoli ricordiamo la torre detta della campana, risalente al 1556, la torre dell'orologio del 1537, l'ex Monastero dei Minori Conventuali ora Palazzo Rainusso ed il bellissimo complesso ora "La Corte Ospitale" . Il tutto è opera di maestranze locali della metà del XV secolo.Il luogo in cui il fiume Secchia incontra la pianura (curva di livello a 50 m s.l.m.) costituì, fin dal Neolitico, un passaggio obbligato, sia per chi scendeva l’Appennino seguendo la via tracciata dal fiume, sia per chi percorreva la pianura, divenendo così zona di stanziamenti prima occasionali, poi permanenti.Questi primi nuclei abitativi furono l’origine del nostro paese.Dai numerosi e importanti ritrovamenti archeologici si può confermare l’esistenza di accampamenti neolitici, di stanziamenti etruschi comprovati dal ritrovamento dei cippi con i grifoni (ora ai Musei civici di Reggio Emilia) che rivaluta l’ipotesi dell’esistenza di una dodecapoli etrusca in terra padana e di insediamenti romani, come ci testimoniano due pozzi, una tomba a tamburo e la lapide commemorativa della ricostruzone dell’antico ponte romano sulla Via Emilia del III secolo d.c. (ora presso il Museo lapidario di Modena).Il Secchia rappresentò sempre il filo conduttore della storia di Rubiera.Nell’Alto Medioevo le invasioni barbariche e le rovinose piene del Secchia contribuirono a distruggere le povere abitazioni e a trasformare il paesaggio circostante in paludi e acquitrini, rendendo la zona poco adatta a grossi insediamentiDopo il Mille il territorio rubierese divenne feudo dei Canossa che lo tennero fino alla morte di Matilde nel 1115.Nel XIII secolo fu ancora la presenza del fiume Secchia a determinare il sorgere del paese e ad aumentare il complesso abitativo. Nel 1200 il Comune di Reggio, per salvaguardare l’utilizzo delle acque del Secchia, minacciato dai Modenesi, fece costruire il castrum (castello fortificato) a Rubiera per opporlo ai nemici confinanti. Per ragioni soprattutto belliche riprese il passaggio sulla Via Emilia, gli scambi e i commerci e Rubiera assunse così una certa importanza strategica. Il centro abitato, rimanendo zona di confine tra i comuni di Reggio e Modena, e quindi teatro di frequenti scontri, non tendeva ad aumentare e fu per questo che i Reggiani offrirono l’esenzione dai tributi a chi risiedeva nel borgo fortificato.Rubiera divenne allora un libero comune, con elezione dei propri rappresentanti, ma rimase sotto la tutela del comune di Reggio. Il paese seguì le vicende storiche del periodo e fu coinvolto nella lotta fra Guelfi e Ghibellini fino al 1351 quando la famiglia Boiardo, grazie all’alleanza con gli Estensi, se ne impossessò. In seguito nel 1423 Nicolò III d’Este, data la grande importanza strategica della fortezza, volle alle sue dirette dipendenze il territorio rubierese, ma pochi anni dopo nel 1433 investì dei beni dell’ospizio e della Chiesa di S. Maria di Cà di Ponte il Marchese Sacrati che, prendendone possesso, si stabilì a Rubiera nel 1438, dove fece costruire il suo palazzo gentilizio, ora sede del Municipio.Il dominio sui territori del paese, salvo la breve interruzione del potere pontificio (1512-1523), rimase saldamente in mano agli Estensi. Nel XVIII secolo la popolazione residente era di 800 unità e non erano avvenuti mutamenti urbanistici importanti, per cui il paese si presentava chiuso e ben difeso. Grande scompiglio arrecò l’arrivo delle truppe francesi nel 1799 che assediarono e saccheggiarono il borgo, incendiando anche l’archivio comunale. Nel 1815, con la Restaurazione e con il ritorno degli Estensi a Modena, anche il paese ritornò sotto il loro dominio. I fermenti liberali e carbonari interessarono anche Rubiera, nel cui Forte, trasformato da Francesco IV in prigione, fu condannato e giustiziato Don Giuseppe Andreoli, reo di essere affiliato alla Carboneria. Durante il Risorgimento il paese seguì le vicende delle città vicine, votando l’annessione, partecipando con alcuni rubieresi alla spedizione dei Mille e nel 1861 venendo a fare parte del Regno d’Italia.ORIGINE DEL TOPONIMX secolo Herberia dal latino herba.

Il luogo in cui il fiume Secchia incontra la pianura costituì, fin dal Neolitico, un passaggio obbligato, sia per chi scendeva l’Appennino seguendo la via tracciata dal fiume, sia per chi percorreva la pianura, divenendo così zona di stanziamenti prima occasionali, poi permanenti. Questi primi nuclei abitativi furono l’origine del comune di Rubiera.

Dai numerosi e importanti ritrovamenti archeologici si può confermare l’esistenza di accampamenti neolitici, di stanziamenti etruschi comprovati dal ritrovamento dei cippi con i grifoni (ora ai Musei civici di Reggio Emilia) e di insediamenti romani, come ci testimoniano due pozzi, una tomba a tamburo e la lapide commemorativa della ricostruzione dell’antico ponte romano sulla Via Emilia del III secolo d.C. (ora presso il Museo lapidario di Modena).

Il Secchia rappresentò sempre il filo conduttore della storia di Rubiera. Nell’Alto Medioevo le invasioni barbariche e le rovinose piene del Secchia contribuirono a distruggere le povere abitazioni e a trasformare il paesaggio circostante in paludi e acquitrini, rendendo la zona poco adatta a grossi insediamenti.
Dopo il Mille il territorio rubierese divenne feudo dei Canossa che lo tennero fino alla morte di Matilde nel 1115. Nel XIII secolo fu ancora la presenza del fiume Secchia a determinare il sorgere del paese e ad aumentare il complesso abitativo.

Nel 1200 il Comune di Reggio, per salvaguardare l’utilizzo delle acque del Secchia, minacciato dai Modenesi, fece costruire il castrum, il castello fortificato.
Rubiera assunse così una certa importanza strategica. Il paese seguì le vicende storiche del periodo e fu coinvolto nella lotta fra Guelfi e Ghibellini fino al 1351 quando la famiglia Boiardo, grazie all’alleanza con gli Estensi, se ne impossessò.
Nel 1423 i Boiardi permutarono Rubiera con Scandiano; allora Rubiera divenne un fondo della famiglia Estense, soggetto direttamente al Duca ed alla comunità di Ferrara.
Nel 1512 furono i Papi a conquistare Rubiera, che venne affidata ad Alberto Pio di Carpi. Gli Estensi riuscirono a riavere Rubiera nel 1523: allora munirono il castello con tante difese da renderlo una delle fortezze più sicure del Ducato.

Il dominio sui territori del paese, salvo la breve interruzione del potere pontificio (1512-1523), rimase saldamente in mano agli Estensi.
Grande scompiglio arrecò l’arrivo delle truppe francesi nel 1799 che assediarono e saccheggiarono il borgo, incendiando anche l’archivio comunale.
Nel 1815, con la Restaurazione e con il ritorno degli Estensi a Modena, anche il paese ritornò sotto il loro dominio.
I fermenti liberali e carbonari interessarono anche Rubiera, nel cui Forte, trasformato da Francesco IV in prigione, fu condannato e giustiziato Don Giuseppe Andreoli, reo di essere affiliato alla Carboneria.
Durante il Risorgimento il paese seguì le vicende delle città vicine, votando l’annessione, partecipando con alcuni rubieresi alla spedizione dei Mille e nel 1861 venendo a fare parte del Regno d’Italia.

La Rocca

La rocca di Rubiera era un massiccio edificio, munito di quattro torrioni, che s'imponeva con i suoi spalti e le sue mura all'ingresso del paese, sulla Via Emilia.
Era circondata da profondi fossati, le cui acque provenivano dal Tresinaro per mezzo di un canale chiamato della cerca; nel lato est era il ponte levatoio di Carpi.
La rocca fu venduta all'asta nel 1873 e successivamente divisa in due lotti, di cui divenne proprietà del Municipio ed uno di privati. Per ragioni di viabilità, nel primo quarto del secolo la rocca fu privata della parte mediana.
In questi ultimi tempi anche le strutture laterali comprendenti i torrioni sono state in gran parte ridotte ad abitazioni private ed uffici.
Dell'antico aspetto della rocca ben poco è riconoscibile.
Anche la parte storica, come le carceri dove languirono Don Andreoli ed altri patrioti, è stata sacrificata ad esigenze moderne

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