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Vino "Colli di Scandiano e di Canossa"

Il Vino "Colli di Scandiano e di Canossa" viene prodotto in svariate tipologie tra cui il Bianco di Classico, la Malvasia, il Cabernet Sauvignon, il Chardonnay, il Lambrusco Grasparossa, il Marzemino e il Sauvignon.

 

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Colli di Scandiano e Canossa

Tipologia

Di gusto dolce e/o semisecco, è prodotto nei tipi frizzante e spumante.
Le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata "Colli di Scandiano e di Canossa" devono essere prodotte, secondo il disciplinare approvato dal Ministero delle Risorse Agricole con decreto 31 luglio 2000, nella zona che comprende, in tutto, i territori amministrativi dei seguenti Comuni ricadenti nella provincia di Reggio Emilia: Albinea, Quattro Castella, Bibbiano, Montecchio Emilia, San Polo d'Enza, Canossa, Vezzano sul Crostolo, Viano, Scandiano, Castellarano e Casalgrande e, in parte, nei territori amministrativi dei seguenti Comuni: Reggio Emilia, Casina, Sant'Ilario d'Enza e Cavriago. Le uve destinate alla produzione del vino a denominazione di origine controllata "Colli di Scandiano e di Canossa bianco" con la menzione "Classico" devono essere prodotte nella zona di origine più antica comprendente i seguenti Comuni: in toto, il Comune di Albinea e, in parte, i Comuni di Viano, Casalgrande, Castellarano e Reggio Emilia.


Ottimi i bianchi secchi, frizzanti e spumanti, come aperitivi, i quali accompagnano, nella versione frizzante, anche per un pasto legger purchè le preparazioni siano di struttura delicata. Nella versione frizzante o spumante, amabile o dolche, i bianchi sono eccellenti quali vini da dessert trovando affinità con dolci, in particolare, ciambella, torta di riso, spongata. Ottimi anche i rossi secchi, che si abbinano felicemente con primi e secondi piatti e con formaggi a gusto e struttura più marcata, mentre i rossi amabili e dolci, ben si accoppiano a pasticceria da forno. Va servito fresco

I vini dei Colli di Scandiano e di Canossa hanno tradizioni illustri e secolari. Tracciare un profilo storico di questi vini è impresa quasi impossibile. Mancano dati, confronti, documenti. Quello che è noto a tutti, è il grande prestigio che già nei secoli scorsi si affiancava al nome di questi vini. Qualche esempio: nel XV secolo la Granduchessa di Toscana, moglie di Francesco I dei Medici, annotava su un suo diario di viaggio "Il buon vino di Scandiano, fresco e frizzante".
Qualche secolo più tardi, nell'Ottocento, il Venturi analizza in modo sistematico le tecniche di produzione, le quantità di vino prodotto, la sua collocazione sul mercato e continua la sua testimonianza sostenendo che la maggior quantità della produzione va all'estero.
Non manca a questo punto una valutazione sui vini stessi "in fragranza, in spirito e sapore, superano quanti altri vini si fanno da Rimini a Piacenza, onde gli esteri lo acquistano con piacere".
In epoca a noi più recente, i Vini dei Colli di Scandiano e di Canossa trovano la loro tutela e valorizzazione nella Società Enologica Scandianese, composta dalla nobiltà terriera. La sede era ospitata nella rocca del Boiardo. La società si prodigò incessantemente per farli conoscere ed apprezzare in Italia ed all'Estero.
Questa azione promozionale trovò la sua più alta espressione nella partecipazione alle Esposizioni di Filadelfia (1876) e di Parigi (1878). Nel contempo, gli estimatori di questi vini crescevano e fra le loro fila troviamo anche il grande Carducci. Oggi l'opera di sensibilizzazione iniziata dalla Società Enologica viene continuata, con impegno e capacità, dal Consorzio Tutela dei Vini dei Colli di Scandiano e di Canossa costituito presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia nel 1976.