Antonio Panizzi
Costretto all'esilio in Inghilterra da una condanna a morte per carboneria comminatagli da Francesco IV, duca estense, Panizzi ebbe, quale compagno di sventure, quell'Ugo Foscolo del quale sarà, non senza contrasti profondi, amico devoto ed affettuoso e ricoprì diversi ruoli all'interno dell British Library fino a divenirne "principal librarian" (direttore generale)
Nato a Brescello il 16 settembre 1797, il giovane Panizzi si trasferì ben presto a Reggio Emilia, dove frequentò il liceo ginnasio retto dai Gesuiti e la Biblioteca Comunale (da poco istituita), che avevano sede nello stesso edificio settecentesco: Palazzo S. Giorgio.
Compiuti gli studi superiori, nel 1814 si iscrisse al corso di giurisprudenza dell'Università di Parma. Nella capitale del vicino ducato allacciò nuove e significative conoscenze. Tra di esse rimarrà duratura l'amicizia con Angelo Pezzana, direttore della Biblioteca Palatina, ma rimarchevoli saranno anche le assidue frequentazioni di alcuni illustri professori di orientamento liberale e progressista dell'ateneo parmense.
Proprio negli anni dell'Università, Panizzi entrò in contatto con la massoneria partecipando attivamente all'attività cospirativa. Dopo la laurea conseguita nel 1818, aprì uno studio legale a Brescello nella casa paterna, ricoprì incarichi pubblici e si applicò ancor di più nell'attività politica. Coinvolto nelle indagini sulle organizzazioni carbonare dei Ducati, nell'ottobre del 1822 lasciò clandestinamente l'Italia per stabilirsi a Lugano prima e a Londra poi, dove ebbe buona accoglienza dagli esuli italiani e particolarmente da Ugo Foscolo; su consiglio di quest'ultimo si trasferì a Liverpool per dedicarsi all'insegnamento privato dell'italiano.
La notifica della sentenza della condanna a morte in contumacia, che lo raggiunse nel 1824, non abbattè lo spirito intraprendente del Panizzi, anzi lo spinse ad iniziare una assidua collaborazione con i più importanti periodici culturali inglesi.
Nel 1831 trovò impiego presso il British Museum, per mezzo dell'amicizia che lo legava a personaggi influenti del mondo culturale e politico britannico, quegli stessi dei quali si valse (a partire dal 1848) per svolgere un ruolo sempre più prezioso ed importante nelle vicende politiche risorgimentali e che gli consentirono inoltre di adoperarsi fruttuosamente per sensibilizzare la diplomazia inglese alla causa dell'Unità d'Italia.
Il ruolo sociale di rilievo che gli conferì la posizione acquisita al British Museum permise al Panizzi di integrarsi perfettamente nella società inglese del suo tempo. Nella grande biblioteca, della quale si apprestava a divenire "principal librarian" (direttore generale), elaborò, tra l'altro, le ormai famose "91 regole" di catalogazione, che costituiranno, per molto tempo, un fondamentale punto di riferimento nello sviluppo delle tecniche biblioteconomiche.
Introdusse inoltre una serie di importanti innovazioni, prima fra tutte la progettazione della famosa Reading Room, sala di lettura a base circolare, inscritta nel quadrilatero del cortile interno del British Museum, e sormontata da un'ampia cupola metallica. Uomo di grande levatura culturale (ebbe tra l'altro stretti rapporti con Prosper Mérimée), seppe farsi stimare a tal punto da ottenere il titolo onorifico di Sir, onore riservato in Inghilterra a pochissimi stranieri.
Nel 1868 fu nominato Senatore del Regno d'Italia. Morì a Londra nel 1879.
Il suo busto è tutt'ora presente all'interno della British Library a Londra e al Pincio a Roma, lungo il viale dell'Orologio.